Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
L'amore per il rosso
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 8, p. 3
Data: 9 gennaio 1955


pag. 3




   Purpureo era il manto dei Cesari, vermiglie eran le toghe degli antichi giudici criminali, rosse sono le cappe dei cardinali e le bandiere dei socialisti, rossa era ha tenda del Khan dei tartari e rossa la mitra dei Faraoni, rosse le tuniche di Cristo dipinte dai pittori e rossi i berretti frigi dei sanculotti. I soldati inglesi furon per lungo tempo chiamati red jackets e i soldati francesi ebbero il nome di pantalons rouges, ed eran rosse le camicie dei nostri garibaldini. Alle donne, in ogni parte del mondo, piace vestirsi con tutte le scalature e le sfumature del rosso, e sono tinte di rosso le case in molti paesi, specialmente nel settentrione, e una vernice rossa ricopre ì carri dei contadini e, come perfettamente naturale, l'arco smontabile della ghigliottina.
   Nella lingua russa una medesima parola vuol dire rosso e bello. Quale può essere la causa vera di questa antica e moderna predilezione degli uomini per il color rosso? Fra tutte quelle che si potrebbero scoprire e proporre io preferisco la più semplice e la più naturale. Rosso è il sangue e nel sangue dell'uomo, secondo la Scrittura, è l'anima. E nel sangue degli uomini, secondo la storia e la cronaca, è perennemente bagnata e immersa la vita dei morituri e il cammino dei popoli.


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